birdwatching AL BIVIERE DI GELA – domenica 9 novembre
Lina Stramondo e gli operatori della LIPU ci guideranno in visita alla Riserva Naturale Orientata Biviere di Gela e dintorni – Birdwatching, cultura e passeggiata naturalistica
Prevista passeggiata turistico-culturale alla zona archeologica e al museo archeologico di GELA
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA PER IL PULLMAN telefonando ad Armando: 347/537.3008
costo presunto circa € 10,00 / 12,00 (DA VERSARE AD ETNAVIVA ANCHE IN CASO DI RINUNZIA ULTIMORA)
PRANZO A SACCO (non dimenticate l’acqua)
APPUNTAMENTO: Ore 8.00 a Trecastagni presso la nostra sede in piazza Dalla Chiesa (accanto Caserma Carabinieri) – PUNTUALI
Ore 8.30 al parcheggio sottostante il distributore carburanti Q8 di Gravina di Catania (zona svincolo Ipermercato Katane) – PUNTUALI
E …mi raccomando: in perfetta tenuta da birdwatchers!
Percorreremo sentieri ma visto il clima di questi giorni sarà bene avere scarpe impermeabili e con suola antisdrucciolo.
Cultura, natura, protezione dell’ambiente, archeologia, ecc… – Avremo anche modo di capire meglio lo stretto e controverso rapporto tra Gela ed il polo petrolchimico.
C’È ANCORA QUALCHE BUON MOTIVO PER VISITARE GELA…
Potrebbe sembrare quantomeno bizzarro scegliere come meta escursionistica il Biviere di Gela eppure esistono almeno un paio di ottimi motivi per farlo.
Il primo è che, in base ai criteri indicati dalla Convenzione di Ramsar (1971), il lago rientra tra le quarantadue “Aree Umide di importanza internazionale” presenti in Italia, in Sicilia ne sono presenti solo due e l’altra è la Riserva Naturale Orientata dei Pantani di Vendicari (SR).
Il secondo è che la LIPU (Lega Italiana Protezione degli Uccelli), ente gestore della Riserva Naturale Orientata “Biviere di Gela”, ha realizzato un centro di accoglienza molto particolare il cui suggestivo nome, SynVolum, collega idealmente ad un altro centro simile che si trova in Trentino Alto Adige, terra di grande esperienza nella gestione dei biotopi naturali: come a dire che, lungo il percorso migratorio, il biotopo trentino accoglie come porta d’accesso all’Italia la fauna nordica mentre quello di Gela, all’estremo sud della penisola, rappresenta la porta di accesso alla fauna nordafricana e quella di arrivo per gli ospiti nordeuropei………
Il Biviere di Gela è “Sito di Importanza Comunitaria” (SIC) per i suoi habitat: l’ambiente naturale, infatti, si presenta come un mosaico di tessere in cui le due sorgenti, una d’acqua dolce e l’altra salmastra, consentono l’insediamento di specie botaniche variegate per ecologia ed esigenze che danno ospitalità a specie faunistiche anche rarissime alcune delle quali estremamente elusive.
Il lago è anche “Zona a Protezione Speciale” (ZPS) per la presenza di uccelli: le specie finora censite sono 205 di cui 105 di passo, 39 nidificanti e 61 svernanti; tra queste, alcune specie sono protette da leggi europee ed internazionali che tutelano specie a rischio d’estinzione, come la moretta tabaccata, il fistione turco, il pollo sultano (scomparso dalla Sicilia e reintrodotto dalla LIPU grazie ad un progetto di cooperazione internazionale).
Inoltre il lago, grazie alla presenza di specie faunistiche migratrici (non solo uccelli, ma anche farfalle) rientra, appunto, nelle 42 aree umide di importanza internazionale censite in Italia nell’ambito delle iniziative derivate dalla Convenzione di Ramsar (Iran) tenutasi nel 1971, in un periodo in cui nasceva l’esigenza di attivare la responsabilità dei Paesi verso le risorse della natura.
La storia di questo lago è molto particolare ed anche tormentata: la sua conversione in riserva naturale è stata laboriosa, travagliatissima, combattuta fino allo spasimo e fortemente voluta dalla sezione locale della LIPU che la gestisce dal 1997.
Anticamente il Biviere era gestito come salina e frequentato assiduamente dai cacciatori del territorio: si è mantenuto come un piccolo paradiso naturale sino alla realizzazione del polo petrolchimico. Era un lago costeggiato da torrenti e separato dal mare da un cordone di dune su cui cresceva vegetazione spontanea: confinava con la Piana del Signore, un ambiente acquitrinoso in cui, ancora oggi, si insediano uccelli che sulle sponde del lago o lungo la costa sabbiosa marina non riescono a trovare le condizioni ideali di nidificazione e nutrimento. L’intera area era un meraviglioso mosaico di ecosistemi che si trovava a pochi passi dall’abitato di Gela, una cittadina che, fino a quel momento, grazie alla splendida costa sabbiosa, alle strutture ricettive turistiche ed ai resti archeologici era considerata come un’eccezionale meta per trascorrere le vacanze.
Gela è considerata uno dei più importanti siti storici, archeologici e culturali del Mediterraneo, essendo stata tra VI e V secolo A.C. la maggiore città-stato siceliota e la fondatrice di Akragas. Qualunque scavo nell’area per lavori pubblici spesso subisce interruzioni a causa di ruderi e reperti di ogni epoca (cfr. wikipedia).
Poi venne l’inferno: Enrico Mattei, che aveva fortemente voluto la realizzazione dell’insediamento industriale, affermava di aver trasgredito innumerevoli volte alle norme che proteggevano aria acqua e suolo pur di poterlo avviare e mantenere. Per costruire il polo petrolchimico, che fino a qualche anno fa raffinava il greggio proveniente dalla Libia, fu sgomberata una grossa area della Piana del Signore e la successiva riforma agraria portò alla radicale eliminazione delle dune per consentire la realizzazione delle serre orticole.
L’istituzione della riserva naturale, nel 1997, è stata il coronamento di un sogno considerato da molti “impossibile”, per il quale gli attivisti hanno lottato contro le forti pressioni di chi osteggiava platealmente la realizzazione dell’area protetta sul lago in primis perché questo avrebbe significato non poter più captare le acque per irrigare le serre prospicienti alle sponde, e poi perché avrebbe condizionato la (fino ad allora) indisturbata azione inquinante dell’insediamento dell’ANIC. Infine, avrebbe limitato enormemente tutti coloro i quali dallo sfruttamento dell’ambiente del Biviere traevano vantaggi (non ultimi: bracconieri, pescatori e pastori).
La LIPU non ha soltanto lottato per ottenere l’istituzione dell’area protetta: ha operato perché quest’area tornasse, il più possibile, al suo originario splendore ed ha realizzato strutture a basso impatto ambientale per la fruizione turistica ecosostenibile: ed ecco i sentieri che costeggiano il lago, i capanni per il birdwatching, il centro di accoglienza SynVolum.
Perché trascorrere una giornata al Biviere di Gela?
Perché il periodo di novembre è ideale per il birdwatching: le specie migratrici nordiche si spingono a sud per nidificare. Se siete fortunati potrete godere della visione di animali rari ed elusivi e fotografare le tracce faunistiche particolari: dalle elaborate costruzioni delle vespe cartonaie, ai tunnel dalle imboccature perfettamente rotonde che i coloratissimi gruccioni scavano sulle rocce più tenere. La visita a SynVolum sarà un’esperienza nuova e particolare: il centro visitatori è, infatti, assolutamente all’avanguardia per la Sicilia ed è stato realizzato da un’equipe di esperti che ha contribuito alla realizzazione dei più significativi centri di accoglienza dei biotopi naturali del Trentino Alto Adige, regione all’avanguardia per la lungimiranza nella gestione delle aree naturali protette.
Un discorso a parte va speso i guarda-riserva: persone letteralmente innamorate del Biviere che alla competenza associano un’autentica tensione ideale al loro lavoro!
Ente Gestore: LIPU Gestione Riserve
Sede Legale: Strada Provinciale 51 Gela – Scoglitti 93012 Gela (CL)
Anno istituzione Zona Umida Ramsar: 1987
Anno istituzione R.N.O. : 1997
Superficie della Riserva: 336 Ha
Superficie del lago: 120 Ha
Lunghezza massima: 2 Km
Larghezza massima: 600 m
Specie vegetali finora censite: 110
Specie di uccelli finora censiti: 205 di cui 105 di passo, 39 nidificanti, 61 svernanti.
Sito di Importanza Comunitaria (per gli habitat)
Zona di Protezione Speciale (per gli uccelli)
Zona Umida di Importanza Internazionale (Ramsar)
Direttore: Emilio Giudice
Operatori: Giuseppe Campo, Patrizia Collura, Giovanni Puleo
Per completare la giornata, una passeggiata al parco archeologico comunale o una visita al locale museo archeologico integrerà la nostra conoscenza del territorio e riscatterà, almeno in parte, l’idea diffusa di Gela “inferno” siciliano, terra devastata dall’industria e dallo sviluppo urbanistico caotico degli anni ‘50 e ‘60 conseguente all’arrivo di migliaia di nuovi abitanti attirati dal lavoro presso il polo petrolchimico.
Per approfondire:
1) http://www.riservabiviere.it/
2) “il mare colore del vino” racconto di Leonardo Sciascia.
3) “Educazione Ambientale al Biviere di Gela: attività educative e didattiche” – manuali per gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, a cura di Lina Stramondo, Sara Di Gesu e del personale della riserva per LIPU.
Vuoi stampare questo articolo? >>> Biviere di Gela
Vuoi stampare l’opuscolo informativo per le scuole? (contiene info sul Biviere, sulle altre zone naturalistiche del gelese e sull’archeologia) >>> informativa_scuole
Escursionensicuramente interessantissima, spero di poter partecipare. G.Fausto Longhitano.
benissimo Fausto, chiama ad Armando (tel nella mail) per prenotare il pullman. Dario
E …mi raccomando: in perfetta tenuta da birdwatchers! 🙂 Percorreremo i sentieri ma visto il clima di questi giorni sarà bene avere scarpe impermeabili e con suola antisdrucciolo. Spero che ci possa raggiungere la mia amica Sara Di Gesu, gelese, insegnante di lettere, che ha curato la parte storica delle dispense che la Lipu ha voluto realizzare per docenti e studenti in visita al lago: avremo modo di capire meglio lo stretto e controverso rapporto tra Gela ed il polo petrolchimico.