Domenica 7 marzo escursione Monte Albero – Monte Grosso/Gemmellaro
Appuntamento ore 8:45 alla sbarra di ingresso ai Monti Rossi di Nicolosi – Rientro verso le 15.30 circa
Percorso facile – Abbigliamento da trekking, scarponcini e bastoncini – Pranzo a sacco
Dal web: (Bollettino Ateneo UNI CT):
Itinerario didattico “Monte Grosso – Monte Gemmellaro” realizzato dal Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania in collaborazione con l’Ente Parco dell’Etna, il Comune di Nicolosi e il Dipartimento regionale Aziende Foreste Demaniali. Il sentiero, dedicato al geologo naturalista Carlo Gemmellaro (1787 – 1866), si snoda sul versante sud dell’Etna, tra i 1.300 e i 1.500 metri di quota partendo dall’ingresso pedonale di Monte Concilio.
L’itinerario didattico si articola in 4 stop con relativi pannelli esplicativi:
- Il primo a 150 metri dall’ingresso presenta gli “Argini di colate e sovrapposizione di colate di età diverse”. Il percorso attraversa una serie di rilievi lavici relativi all’eruzione del 2001 al di sotto della quale si ritrovano affiancate le colate del 1886 e 1892. Questi rilievi sono significativi perché raccontano l’evoluzione morfologica della colata lavica, con un’altezza massima di quasi 10 metri. È possibile anche osservare le sovrapposizioni di colate laviche di età differenti riconoscibili dal diverso colore dovuto alla presenza di licheni biancastri che, avendo bisogno di tempo per crescere, forniscono una datazione relativa delle colate.
- Il secondo a 850 metri illustra il “Lava Blob”, una delle strutture più peculiari derivate dall’attività eruttiva del vulcano. Si tratta di una sfera di lava di dimensioni metriche che può essere spiegata come un’estrusione della porzione più interna e più fluida della colata e che si verifica quando la lava, nel suo scorrere verso il basso incontra un ostacolo, producendo una pressione che letteralmente spinge verso l’alto la porzione fluida del flusso di lava rompendo la parte esterna solidificata e formando così questa tipica forma.
- Il terzo a un chilometro e mezzo dal punto di partenza, permette di osservare le “Xenoliti sedimentari”. Si tratta di frammenti di arenaria quarzosa (quarzarenite) dotati di una colorazione variegata dal bianco all’ocra, che costituisce la coltre sedimentaria sopra cui si trova l’edificio vulcanico etneo che sono stati “strappati” dal magma durante la sua risalita in superficie.
- Il quarto e ultimo stop conclude il percorso, dietro l’apparato eruttivo di Monte Gemmellaro, con gli “Hornitos”. È possibile osservare le bocche eruttive formatesi dall’accumulo di brandelli lavici che si sono saldati tra loro nei primi momenti dell’attività eruttiva del 1886. L’accumulo è avvenuto perché i brandelli molto grossi venivano eiettati a piccola distanza dal punto di emissione ancora fusi, saldandosi l’un con l’altro. All’interno delle bocche eruttive si notano anche i cosiddetti ‘denti di cane’, strutture morfologiche peculiari simili a piccole stalattiti, formatesi a seguito di processi di rifusione della volta degli hornitos, avvenuti a causa dell’alta temperatura dei gas magmatici.
Procedendo fino alla sommità di Monte Gemmellaro (1.529 metri), attraverso un piccolo sentiero, si potrà anche osservare un superbo panorama che permette di ammirare, da un lato, i crateri sommitali e, dall’altro, il golfo di Catania che si affaccia sul Mar Ionio.